economia circolare lineare piramide 5 r zero waste

Venerdì 15 marzo si è svolto lo sciopero mondiale a favore dell’ambiente.

Circondati dalla maestosità di Roma, 25mila giovani ragazzi si sono riuniti per attirare l’attenzione sul tema della sostenibilità ambientale. Lo stesso è accaduto in tutte le principali città in Italia e nel mondo. #FridaysForFuture è l’iniziativa ispirata da Greta Thunberg, una ragazzina che si é resa promotrice del messaggio sulla mobilitazione per il clima.

fridays for future

Al di là di Greta, di come sia nata la comunità o delle motivazioni politiche alla base, credo sia incredibilmente importante quello che è successo venerdì scorso. Ritrovarsi in una piazza stracolma di adolescenti che hanno speso tempo ed energie per inventarsi cartelli e slogan intelligenti e creativi a favore della causa ambientalista è stato come assaporare una boccata di aria fresca. Ho visto con i miei occhi migliaia di studenti entusiasti, che non se ne fregano e scelgono (anche solo per poche ore) di scioperare e farlo attivamente, non solo per saltare una lezione.
Venerdì scorso a piazza Venezia si respirava energia pura.

Se questa è la nuova generazione, forse c’è speranza.

fridays for future

In pratica

Se è vero che in piazza l’entusiasmo e la voglia di migliorare il pianeta a suon di slogan era forte, è anche vero che al gran clamore della protesta deve seguire l’impegno di tutti per contribuire alla riduzione dei danni.

Quale migliore occasione dunque per iniziare a ridurre il proprio impatto sul mondo? Il movimento zero waste  è la strada che ho scelto io, una delle molteplici che si possono intraprendere, rappresenta una filosofia, uno stile di vita che punta alla riduzione dei rifiuti, riciclabili e non.

Il che non significa letteralmente non produrre affatto rifiuti (obiettivo utopico nella società attuale) ma semplicemente limitarli, fare del proprio meglio.

In questo articolo voglio mostrare qualche trucco per produrre meno rifiuti mantenendo comunque uno stile di vita normale e impegnato. Ridurre il superfluo per me è stato possibile. Non solo, per me è anche facile e divertente.

Perché lo zero waste?

Il sistema economico alla base della nostra società è di tipo lineare.

Risorsa → Prodotto → Rifiuto

Ciò significa che prevede un meccanismo per cui le risorse vengono sfruttate per creare prodotti che avranno vita breve (oggetti monouso, vestiti che si usurano facilmente…) e che presto diventano un rifiuto.

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Si tratta di un sistema non sostenibile sul lungo periodo. Lo zero waste invece si basa su un modello circolare che mette in atto una serie di azioni per far sì che le materie prime vivano più vite. In che modo? Seguendo la piramide qui riportata (da attuare secondo questo ordine, per quanto possibile):

piramide 5 r zero waste

Basta plastica!

Per quanto riciclare sia importante, la raccolta differenziata non è sufficiente (per questo si trova così in basso nella piramide dello zero waste). Oltre a richiedere ingenti quantità energetiche e di acqua, forse non tutti sanno che materiali come la plastica non sono riciclabili all’infinito.

Se ci facciamo caso ogni oggetto intorno a noi è fatto di plastica o comunque è stato acquistato in una confezione di plastica. È ovunque. Eppure si tratta di un materiale che non si decompone. Si rompe, si rimpicciolisce, diviene microplastica ma non sparisce.

Può essere riciclata solo per un numero ridotto di volte, poi perde qualità e diventa inutile. Ancora non si è trovato il modo per smaltirla. Tutta la plastica prodotta dall’uomo sino ad oggi è ancora intorno a noi. Nelle discariche, nei mari e nello stomaco dei pesci che poi finiscono sulle nostre tavole e nelle bocche dei nostri figli. Si stima che entro il 2050 nel mare ci saranno più oggetti in plastica che pesci, con conseguenze terribili per tutto l’ecosistema.

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Possiamo fare qualcosa?

Sì, una borraccia e una busta di stoffa riutilizzabile possono evitare una quantità incredibile di bottigliette e sacchetti usa e getta (in media in Italia consumiamo 300 sacchetti e 240 bottiglie da litro a testa, all’anno).

Le nostre scelte influenzano il mercato. Ogni volta che compriamo qualcosa stiamo premiando un’azienda, una realtà, un’etica piuttosto che un’altra. Non solo stiamo dicendo cosa ci piace e cosa vogliamo trovare sugli scaffali del supermercato ma stiamo anche decidendo il mondo che vogliamo per il futuro dei nostri figli.

Ognuno ha le proprie abitudini quindi se qualcosa non si adatta al proprio stile di vita ce ne sono tante altre che forse possono risultare più semplici. Non si è obbligati a fare tutto e subito.

Il bello dell’essere zero waste è proprio questo: ogni piccolo gesto è un traguardo, anche solo usare uno spazzolino in bambù per i denti o passare ad uno shampoo solido (evitando il flacone in plastica).

Non c’è solo il bianco o il nero. Si tratta di introdurre piccoli cambiamenti senza ansia di dover raggiungere la perfezione. Mi piace vederlo come un processo in divenire, nel rispetto dei propri limiti.

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Qualche consiglio pratico

Quindi ognuno secondo le proprie possibilità, esigenze, volontà è possibile partire da cose semplici, senza spese aggiuntive come:

  1. Procurarsi una borraccia anziché bere acqua in bottiglia, non solo l’acqua alla spina è sottoposta a controlli più frequenti ma pensate anche al risparmio economico!
  2. Portare con sé la propria busta di stoffa riutilizzabile, lo sforzo è minimo ma permette di evitare tante borse usa e getta.
  3. L’aceto bianco è fantastico per fare le pulizie e permette di evitare decine di flaconi in plastica contenenti sostanze chimiche. Basta riempire uno spruzzino con poco aceto diluito in acqua tiepida per ottenere un detergente naturale utile per tutte le superfici (tranne quelle più delicate come il marmo).
  4. Comprare l’usato è un gesto sostenibile che permette anche di risparmiare un sacco di soldi e dare nuova vita a qualcosa che sarebbe diventato un rifiuto. Non solo vestiti ma anche oggetti, libri, complementi d’arredo. Le possibilità sono infinite, non solo nei negozi e mercatini vintage ma anche online, nei gruppi Facebook oppure attraverso app.
  5. Usare la coppetta mestruale e/o gli assorbenti lavabili; struccarsi con panni in tessuto piuttosto che dischetti usa e getta.
  6. Pensare prima di acquistare ed evitare gli acquisti d’impulso: la shopping terapia fa stare bene sul momento ma porta all’accumulo di cose inutili. Comprare meno e meglio può regalare grandi soddisfazioni.

È costoso?

Facendo un bilancio: no!

È un processo che porta a spendere meglio. Da quando ho scelto di essere una consumatrice più attenta e consapevole compro meno e punto su prodotti durevoli di qualità, piuttosto che sulla quantità.

Meglio un solo golfino un po’ più costoso ma in fibre naturali che mi possa durare per diverse stagioni, piuttosto che cinque economici ma realizzati in materiale scadente. La spesa è la stessa ma il guadagno per l’intero Pianeta è infinitamente più grande!

Per approfondire

Per scoprire di più sull’argomento:

Insieme è più facile 🙂