g20 diritto

Il G20 del 2019, è l’argomento di questa seconda puntata di “Pillole di Diritto e Ambiente per chi va di fretta”, Mariasole Forlani* ci spiega tutto quello che c’è da sapere sulle norme che regolano l’Ambiente.

Chi?

Il G20 nasce nel 1999 con lo scopo di costituire un forum per confrontarsi su temi legati al commercio internazionale. I membri del G20 sono: Giappone, Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia ed Unione Europea.

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G20 summit in Osaka Kansai, Japan 2019

Tuttavia, al G20 non prendono parte solamente gli Stati, ma anche alcune Organizzazioni Internazionali, quali le Nazioni Unite, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, l’OCSE, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Asian Development, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, il Consiglio per la Stabilità finanziaria. Ogni Paese viene rappresentato dal suo Primo Ministro, mentre per le Organizzazioni Internazionali la rappresentanza viene attribuita ai Presidenti o ai Segretari Generali delle varie organizzazioni.

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G20 summit, Japan 2019

Due punti vanno sottolineati: l’UE ha due rappresentanti, il Presidente della Commissione ed il Presidente del Consiglio dell’UE. Ciò permette all’Unione di favorire i propri interessi comuni, rappresentati dalla Commissione, senza lasciare indietro la volontà dei singoli Stati Membri, rappresentata dal Presidente del Consiglio.

In secondo luogo, altri Stati, non parti del G20, sono stati invitati a partecipare al forum: Cile, Paesi Bassi, Egitto, Senegal, Singapore, Spagna, Vietnam e Tailandia.

Cosa?

Il G20 rientra tra quelli che vengono definiti come “Gruppi informali”, vale a dire gruppi di Stati che decidono di cooperare rispetto ad uno specifico tema. I gruppi informali si distinguono dalle Organizzazioni Internazionali, laddove gli Stati decidono di creare un nuovo soggetto, l’organizzazione, che vada a regolare e gestire un determinato ambito.

Dove?

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Prime Minister Theresa May Attends G20 summit in Osaka Kansai, Japan 2019

Quest’anno il G20 si è svolto ad Osaka, in Giappone.

A chi è rivolto?

La dichiarazione finale elaborata dagli Stati che hanno preso parte al G20 è un documento che si rivolge direttamente agli Stati stessi.

Quando?

Il forum si è svolto il 28 e 29 giugno 2019 e la dichiarazione è stata adottata al termine.

Perché?

Tra le altre decisioni, gli Stati partecipanti hanno elaborato una dichiarazione riguardante l’ambiente. Nella dichiarazione gli Stati riconoscono l’urgenza di affrontare il tema dell’inquinamento marino, in particolare il problema delle micro plastiche. Si tratta, in realtà, di un argomento rispetto al quale il G20 aveva già prodotto un documento nel 2017 chiamato “G20 Action Plan on Marine Litter”. Tuttavia, questo documento non ha mai trovato effettiva applicazione. Per questo motivo, nella dichiarazione del 2019, gli Stati, si impegnano a raggiungere i risultati previsti nell’Action Plan attraverso una continua condivisione di informazioni, collaborazione e cooperazione internazionale.

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Prime Minister Theresa May Attends G20 summit in Osaka Kansai, Japan 2019

È efficace?

Purtroppo, come abbiamo già visto a proposito del COP21, i trattati internazionali per loro natura non hanno efficacia diretta all’interno dei singoli Stati, dal momento che alla conclusione del trattato deve seguire una fase di implementazione. In altre parole: una volta che divenga parte dell’accordo, lo Stato deve emanare tutte quelle leggi interne che servono per dare concreta applicazione al trattato.

Fino ad ora la maggior parte degli Stati si è limitata ad esprimere dichiarazioni di intenti sul tema.  Per esempio, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau ha affermato di voler eliminare la plastica monouso nel suo Paese entro il 2021, il Vietnam ha ribadito il suo impegno a ridurre la plastica e la Presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen, ha di recente ribadito l’impegno europeo nella Green Economy. 

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Perché dovrebbe interessarmi?

La riduzione della plastica è un aspetto che ci riguarda molto da vicino. Anche se individualmente siamo attenti a non utilizzare plastica monouso, capita spesso di frequentare locali che non adottano alcuna alternativa. Non è raro che il caffè venga servito in bicchierini di plastica, con cucchiaini di plastica e così via. Se effettivamente gli Stati che si sono incontrati al G20 decideranno di implementare l’accordo, le ricadute sui cittadini saranno evidenti. Tutti, infatti, dovranno adeguarsi a quanto stabilito dalla legge ed incominciare ad utilizzare materiali differenti.

Tutto questo avrà un impatto notevole soprattutto sulle aziende che da anni producono solamente prodotti di plastica monouso. Queste, infatti, dovranno riconvertire tutta la loro produzione. Ovviamente si tratta di un’operazione molto costosa, che sarà possibile solamente con l’aiuto ed il supporto dello Stato, in modo da evitare che queste imprese chiudano, creando un altro problema socialmente rilevante: la disoccupazione.

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Quali sono gli sviluppi più recenti?

È ancora molto presto per capire se la dichiarazione adottata ad Osaka avrà un risvolto pratico, ma sicuramente ci sono segni incoraggianti, soprattutto in Europa.

Cosa concludo?

La dichiarazione di Osaka è sicuramente fondamentale, dal momento che tutti i partecipanti hanno dimostrato di aver preso coscienza dell’urgenza del problema. Tuttavia, si dovrà aspettare che i vari Stati siano nelle condizioni di applicare concretamente quanto dichiarato. Purtroppo, come spesso accade quando si parla di tutela ambientale, il tempo è nemico. Sarà quindi necessario che gli Stati si adoperino il più presto possibile.

Foto: Alan Santos / PR

Fonti

* Giurista specializzata in Diritto pubblico Internazionale

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