Che li chiamino maker, crafter o designer l’essenza non cambia. Oggi parliamo di loro: gli artigiani
Fatto a mano con amore

Hai mai notato le vetrine di quei minuscoli negozietti ai bordi delle strade dove – osservando bene all’interno – una figura ripiegata su un piano da lavoro, è intenta a creare qualche autentica meraviglia? Oppure ti è mai capitato di essere in vacanza e fermarti ad ammirare le bancarelle di un mercatino di oggetti realizzati a mano? Ecco questa è solo una delle tipologie di artigiani che popolano il nostro secolo ma non sono solo qui: li trovi nel mondo virtuale, sui social, negli e-shop e sulle piattaforme di e-commerce!

E ti dirò di più! Se mai hai acquistato qualcosa in una di queste occasioni puoi ritenerti soddisfatto. Il tuo gesto, seppur piccolo, ha avuto un impatto positivo sull’universo e ora ti spiego il perché.

Un po’ di teoria – manualità e tecnologia

Tempo fa mi sono soffermata sulle parole di un celebre studioso e docente, Stefano Micelli, il quale afferma che “il lavoro artigiano è una delle cifre della cultura e dell’economia italiana”. Questa frase mi è subito piaciuta.

Parto dalle sue teorie infatti per cercare di capire meglio di cosa stiamo parlando. Nella sua tesi Micelli sostiene che se gli italiani avessero il coraggio di scommettere su se stessi e sul proprio talento quali artigiani – mescolando antico e nuovo, aprendosi al Mondo globalizzato – il nostro Paese conoscerebbe sviluppo e innovazione.

Come a dire che il rilancio passa per “l’arte del fare”: elemento vitale alla base del comparto manifatturiero italiano che potrebbe risollevarci, se solo avessimo l’audacia di crederci e la consapevolezza di quanto tuttora il made in Italy sia apprezzato e osannato all’estero.

Certo però, per non scivolare in banali rievocazioni nostalgiche, dobbiamo tenere conto dell’epoca in cui viviamo. Nel ventunesimo secolo per ottenere la crescita economica – sperata quanto necessaria – è fondamentale saper fondere manualità e tecnologie:riscoprire il saper fare, consapevoli però della globalizzazione e dei nuovi saperi”. Dove per tecnologie voglio includere anche gli strumenti digitali e le piattaforme di social networking.

I social media infatti sono un veicolo potentissimo per chi vuole dare visibilità al proprio lavoro nel cyberspazio ed entrare nelle case di più persone possibile. Saper sfruttare i nuovi media può rappresentare un fattore di competitività che consente di allargare la propria quota di mercato. Perché se i prodotti vengono forgiati da scalpelli, pinze oppure assemblati con ago e filo, è anche vero che – per mettere in risalto le piccole realtà imprenditoriali – i nuovi device e i social network svolgono un ruolo fondamentale per permetterci di scoprire mondi che mai avremmo potuto immaginare.

Artigiano vs maker

È qui, forse, che si pone la linea di divisione fra artigiano di un tempo e maker che guarda al futuro.

Mentre il primo, per ragioni di necessità e sopravvivenza, conservava gelosamente i retroscena e tutti i segreti del mestiere, ora tutto è cambiato. L’artigiano di nuova generazione (spesso lo è anche anagraficamente) è online, è connesso, fa rete. Si è trasformato in storyteller: non solo “sa fare” ma deve e vuole anche “sapersi raccontare”. Le sue narrazioni sono l’elemento caratterizzante che lo contraddistingue non solo dal passato ma anche dalla concorrenza. Le storie appassionano il “follower” (potenziale cliente) perché gli permettono di identificarsi, di soddisfare i propri bisogni emozionali. La condivisione dei processi e dei momenti di creazione consentono di arrivare al cuore delle persone, entusiasmarle e spingerle all’azione (acquistare).

In questo contesto non ci sono più barriere geografiche, lo spazio diventa relativo. È la natura della rete a garantire il superamento dei confini locali; l’espansione che permette di portare il proprio lavoro potenzialmente ovunque. Ed è grazie a queste dinamiche che avviene la convivenza fra locale e globale; fra tradizione e innovazione; salvaguardia delle origini e internazionalizzazione.

Il commercio veloce: Tutto.Subito.Economico

Un altro tema che si intreccia a questo, riguarda il sistema economico e culturale su cui si basa la società attuale in cui i diktat del consumismo fanno da padroni.

Una serie di dinamiche che ci siamo autoimposti e su cui i grandi colossi marciano (e mangiano), alimentando il circolo vizioso del consumo veloce, per cui ci sembra di avere sempre bisogno di qualcosa. Comprare e spendere, rompere e ricomprare, nonostante ‘aggiustare’ sarebbe forse più economico e anche più rispettoso nei confronti dell’ambiente.

La conseguenza diretta si traduce in questo meccanismo atroce: per produrre a ritmi serrati e a prezzi contenuti – perché questo è quello che volgiamo no? Tutto e subito, basta che costi poco – le aziende non badano troppo agli impatti ambientali delle proprie pratiche produttive e i danni, prima irrilevanti, sottovalutati, sommandosi provocano la crisi ecologica in cui ora stiamo annaspando.

Nell’ultimo periodo ho notato su di me che spesso, per sottrarmi alle dinamiche standardizzate della produzione di massa, omologata e irresponsabile, mi rifugio nell’handmade. L’artigianato consente di acquistare articoli unici, preziosi a prescindere dal materiale. Pregiati perché lavorati da mani esperte, con impegno e sudore. Prodotti concreti che testimoniano una filosofia di pensiero, una scelta consapevole, un atteggiamento di consumo attento. Oggetti che proprio per queste caratteristiche sono in grado di emozionare e sono durevoli nel tempo. Difficilmente infatti capiterà di buttare con leggerezza un abito cucito a mano, primo perché calza a pennello (è fatto su misura); secondo perché essendo “speciale” la cura nella conservazione del capo sarà maggiore; terzo perché il tessuto utilizzato sarà di qualità superiore rispetto ai materiali impiegati dalle grandi catene che mirano al massimo profitto possibile. Per tutti questi motivi – dopo anni di acquisti compulsivi e sregolati – ho capito che preferisco comprare meno e puntare sulla qualità. Avevo già affrontato questo argomento nell’articolo scritto in occasione della Fashion Revolution, che consiglio di leggere perché ci sono una serie di idee utili a tal proposito.

Ciò che amo dell’artigianato

È un modo diverso di fare shopping. L’acquisto artigianale è consapevole, rivoluziona le regole del commercio moderno e ti da la possibilità di conoscere la persona che ha realizzato l’oggetto in questione e in che modo lo ha fatto. Puoi accordarti sui dettagli, scegliere la forma, il colore e dare indicazioni sulle tue preferenze. Quell’articolo sarà una vostra creazione, tua e dell’artigiano che gli darà forma concreta.

I prodotti fatti a mano rendono giustizia alle materie prime e al proprio ideatore. Quando indosso un capo di abbigliamento creato su misura, cucito a mano, rifinito nei minimi dettagli, non posso che sentirmi orgogliosa e immaginare lo sforzo ma al contempo la gratificazione di chi, con fatica e impegno, ha realizzato una piccola opera d’arte quotidiana.

Inoltre ciò che amo dell’artigianato e che – ai miei occhi – fa sì che assuma anche maggior considerazione rispetto all’arte nuda e cruda è il fatto che, per essere tale, l’arte-scienza dell’artigianato debba avere una qualche applicazione pratica. L’artigiano, rispetto all’artista, crea oggetti d’uso. Le sue creazioni hanno dunque uno scopo utilitaristico al di là della mera estetica. Proprio per questo tali attività furono denigrate a partire dal Rinascimento. In qull’epoca l’artigianato era associato ad una attività necessaria di tipo tradizionale mentre le arti rappresentavano il perfezionamento della tecnica creativa.

Eppure, io – da donna pragmatica quale sono – non posso che applaudire chi per mestiere ha scelto di assumersi questa responsabilità e continuerò ad insistere sul fatto che la nostra società abbia bisogno di persone che “sappiano fare”.

Quindi per fare una sintesi potremmo dire che quando compri qualcosa di artigianale:
  1. Trasparenza Il tuo acquisto permette di alimentare una catena produttiva “slow” ovvero non massificata, nel rispetto dell’ambiente e delle risorse finite, che troppo spesso vanno sprecate. Inoltre il passaggio è trasparente, puoi conoscere chi ha realizzato l’opera e come.
  1. Dignità Se è vero che il lavoro manuale restituisce dignità all’uomo, possiamo affermare che la tua scelta stia nobilitando l’artigiano che si è preso cura di tale oggetto.
  1. Passione Con il tuo gesto realizzi un sogno, valorizzi una forma d’arte, sostieni la creatività, premi un talento. Comprare handmade è il complimento più grande che tu possa fare all’artigiano e lui ne ha bisogno, per continuare a poter fare ciò che ama. Questo ci porta direttamente al punto successivo!
  1. Tradizione Dietro a ogni prodotto realizzato a mano c’è una persona che ama quello che fa. La passione, la cura, i dettagli, l’amore di quell’artigiano saranno impressi in ciò che ha creato. Tutto ciò non è indifferente, prova a confrontare una gonna handmade con una di una grande catena di produzione.
  1. Qualità-prezzo Il costo corrisponde al vero valore dell’oggetto: materie impiegate, tempo, lavoro e pazienza dell’artigiano. Non stai pagando per il marketing o il nome del brand. Una combinazione win-win: se fossimo su Tripadvisor il rapporto qualità-prezzo meriterebbe cinque stelline.
  1. Ispirazioni È stimolante perché quell’oggetto ha una storia. Anzi, più di una. Ciò che ha portato l’artista a realizzare quel pezzo, perché ha preferito un materiale a un altro, a cosa/chi si è ispirato. La storia dell’artigiano si intreccia alla tua: perché ti ha colpito? Come lo hai scoperto? Tutto ciò contribuisce a caricare il tuo acquisto di energia viva, positiva, che ti impedirà di separarti da quell’oggetto con tanta facilità. Meno beni buttati = meno sprechi.
  1. Personalizzazione Ora possiedi un oggetto unico, personalizzato, inimitabile e prezioso. Puoi ritenerti fortunato anche solo per questo. 🙂

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10 comments on “Perché scegliere l’artigianato di piccoli produttori locali”

  1. Bellissimo articolo, spiega molto bene le differenze tra prodotti commerciali e prodotti artigianali e fatti a mano. Complimenti

    • Grazie mille, sono davvero parole preziose per me e sono contenta che ti sia piaciuto 🙂

  2. Anche io preferisco i prodotti artigianali, devo ammettere che io stessa spesso mi cimento nell’handmade! 🙂 Ciò che produciamo è personale, unico ed originale!

    • Sì, è vero! E che soddisfazione quando qualcosa riesce esattamente come lo volevamo noi 😀

  3. L’articolo è veramente interessante perchè mette in contrapposizione da una parte le dinamiche della grande produzione e dall’altra il lavoro dell’artigiano, che mette passione e conoscenze in quello che fa realizzando ogni volta un prodotto unico.

    • Grazie per queste belle parole, hai colto il senso del pezzo. Spero continuerai a seguirmi 😉

  4. Sarà che l’hand Made mi ha sempre trasmesso una dose di amore in più rispetto ai prodotti confezionati su larga scala ♥️

    • Già…non potrei trovare parole migliori per descrivere il sentimento che ispirano questi oggetti, quasi avessero un’anima ♥️

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