lettoBreve sintesi della mia esperienza di ricovero e di come sia possibile ridurre la quantità di rifiuti prodotti in ospedale.

23 ottobre 2019 – Lascio Roma per un periodo indefinito

Esco dal San Giovanni dove sono ricoverata da venerdì notte e penso a questo quartiere, il mio.
L’ho chiamato casa negli ultimi anni. Fra tutti quelli che ho girato, mi ha accolta. Il mio preferito per il mood di chi ci abita, la vicinanza al Mercato dell’Esquilino e al gelato di Fassi. La comodità dalla stazione Termini, partenza e ritorno dei miei mille spostamenti. Scendere dal treno e fare quella passeggiata verso casa, senza dover ricorrere ai mezzi, era la mia garanzia di arrivare a casa in tempi decenti e senza stress.

Proprio da lì arrivavo venerdì sera. Ci ero andata per recuperare il mio ragazzo che scendeva da uno dei tanti binari.

Un fine settimana come un altro. Stavamo rientrando a casa, come ogni volta. E invece venerdì scorso a casa non ci siamo proprio arrivati. Una moto ci ha investiti mentre attraversavamo la strada. Lui quasi illeso, io un po’ lesa sono. Ma passa tutto.

Oggi mi aspetta un viaggio di sei ore in ambulanza, cambio ospedale, me ne torno nel mio bel Trentino per proseguire le cure vicino ai miei famigliari.

pigiama party

 

26 ottobre 2019 – Buone pratiche

carrozzina ospedale
La mia nuova bicicletta

Mentre in sella alla mia nuova bicicletta, attraverso i corridoi dell’ospedale di Rovereto, lo stesso in cui sono nata, mi accorgo con piacere di alcune buone pratiche messe in atto all’interno della struttura. Nella sala di attesa sono infatti posizionati i bidoni della raccolta differenziata e una ciotola dove vengono raccolti tappi di bottiglie monouso e i mini contenitori utilizzati dagli infermieri per fornire medicinali ai pazienti.

 

1 novembre 2019 – Come produco meno rifiuti in ospedale

Detto ciò, siccome in due settimane di ricovero ho prodotto più rifiuti che in un intero anno là fuori. E siccome ferma non ci so stare, ecco una lista di azioni per darsi da fare pur dovendo tenere le chiappe incollate a un letto di ospedale da mattina a sera.
Premetto che alcune di queste richiedono la collaborazione di amici, parenti, ospiti, infermieri, passanti, ecc. Ma, ehi, non c’è nulla di male nel farsi aiutare dagli altri, specie se per una buona causa!

  • Farsi portare posate vere da casa e rifiutare il monouso in plastica
  • Borraccia (riempita da casa se non ci sono distributori d’acqua in ospedale)
  • Non sprecare cibo, quello che so di non mangiare lo rifiuto, quello che non riesco a finire lo do ai miei (nella schiscetta o direttamente dal vassoio se ne hanno voglia sul momento, #sharingiscaring)

ricovero ospedale

  • Farsi portare le fette biscottate da casa anziché quelle monodose della colazione o scegliere il pane sfuso
  • Saponetta e shampoo solido per l’igiene personale (se si ha modo di lavarsi in autonomia)
  • Asciugamani veri anziché salviettine usa e getta
  • Rotolo di carta igienica da casa anziché salviette di carta per asciugare le mani (questo nel caso in cui siate costretti ad usare la padella per i bisogni)
  • Fazzoletti e tovaglioli di stoffa

Per altre idee su come ridurre la quantità di rifiuti prodotti ecco 7 mosse per iniziare!

I fazzoletti di stoffa

fazzoletti stoffa zero waste

Questi fazzolettini di stoffa, che tanti schifano, sono la mia ancora in questi giorni di produzione accelerata di rifiuti.

Mi servono per tutto: muco, sbrodolature varie, lacrime.

Eh sì, perchè qui di lacrime ne sto lasciando andare a fiumi: goccioloni caldi, tristi, rabbiosi ma anche cascate di gioia, amore e riconoscenza.

Sembra assurdo e invece sono proprio le situazioni di sfiga e disagio come questa a far tirar fuori la cazzimma (come la chiamano a Napoli). Non solo per reagire e sfogarsi ma anche per accettare l’aiuto e l’affetto degli altri senza paura di mostrarsi fragili.

Non è facile dipendere nei gesti più semplici da qualcuno che non sia me stessa. Eppure, quando penso all’ondata di affetto da cui sono stata investita, non posso che commuovermi e sfilare dal comodino l’ennesimo fazzoletto di quando ero bimba.

Torno. Con calma, più forte di prima, torno.

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Tratto dal libro Magari domani resto, di Lorenzo Marone

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