minimalismo

Non ne abbiamo ancora parlato qui ma uno dei miei obiettivi per il 2020 è il minimalismo.

Per questo ho iniziato a lavorare sul concetto minimalista del “lasciare andare”, sia dal punto di vista materiale che emotivo.

Minimalismo = avere meno per stare meglio

Minimalismo per me non significa eliminare tutto quello che ho ma tenere solo ciò che mi fa stare bene. Per riuscirci sto imparando a distinguere fra essenziale e superfluo per liberarmi dall’attaccamento a quest’ultimo in ogni ambito: dagli oggetti e abiti che posseggo fino al modo in cui gestisco il tempo e le relazioni sociali.

Il termine decluttering è difficile da tradurre letteralmente in italiano, significa “eliminare il casino”. In pratica, si può interpretare come un liberarsi degli oggetti materiali inutili, per liberare la mente. Per fare ciò serve una forte motivazione e la capacità di saper lasciare andare il non necessario.

decluttering
Decluttering, dalla teoria alla pratica

Imparare a lasciar andare

Nelle ultime settimane, bloccata in casa per la convalescenza, ho avuto modo di realizzare quanto liberarmi del superfluo mi faccia stare bene.

Ho iniziato eliminando tutto quello che stagnava nella mia stanza: i vestiti del liceo ancora rinchiusi nell’armadio, i libri di testo delle scuole estive e gli appunti della maturità, i romanzi che non mi trasmettono più nulla. In poco più di un mese ho passato in rassegna tutto: dalle penne non più funzionanti, fino alle mie scatole dei ricordi, che ho sempre pensato fossero sacre. E invece no. Non c’è nulla di sacro, nulla di prestabilito, nulla che io non possa lasciar andare.

La regola del 90/90

Se dire addio a oggetti in cui mi identifico mi manda in crisi, ricorro alla regola 90/90 che mi aiuta sempre. J. Millburn e R. Nicodemus hanno teorizzato che se non ho usato una cosa negli ultimi tre mesi, dovrei chiedermi se la userò nei prossimi tre. Se la risposta è no, significa che non ne ho più bisogno.

Così, mentre eliminavo il casino dalla stanza, è successa una cosa strana. Come se un gomitolo si stesse srotolando dentro alla mia testa. Non so se, come dice Marie Kondo*, ordinare abbia un effetto terapeutico, ma su di me sta succedendo qualcosa di molto simile.

riciclo creativo
Flacone di detersivo trasformato in vaso. Trastevere, Roma.

Minimalismo e ambiente

Minimalismo e zero waste sono collegati? Certo, la filosofia minimalista si collega all’ambientalismo quando invita a non sprecare: acquistare meno e meglio, ridare vita alle cose sfruttando la creatività, o prendendo spunto dai tutorial di riciclo creativo online.

Prima di acquistare qualcosa rifletto perchè tanto facilmente l’oggetto entra nella mia vita, tanto difficilmente ne esce.

Voi che tipi siete? Minimal o accumulatori?


* M. Kondo, autrice del libro Il magico potere del riordino. Una lettura interessante, che consiglio, anche se da leggere con buon senso: sebbene ritenga valido il suo metodo, credo sia più sostenibile cercare una nuova destinazione per gli oggetti che scartiamo dalle nostre vite. Regalare ad amici, donare in beneficenza o vendere a un mercatino è meglio che buttare.

2 comments on “Minimalismo, l’arte del saper lasciar andare”

  1. A livello vestiti & co sono abbastanza brava, ovvero ogni tot mese apro l’armadio e tengo capi che indosso realmente (ok ho un piccolo angolino formato da 4 abiti per le cerimonie:P),dando in parrocchia quelli in buono stato ma che non utilizzo, ma per i libri è difficile abbandonarli, ma quelli che non sono riuscita a terminare o non intendo rileggere finiscono direttamente nella busta da portare al Mercatino dell’usato o in parrocchia

    • Grande Giulia, io mi sono data come obiettivo comprare meno al momento, per evitare di dover ricominciare da capo tutto il lavoro a breve 😀 Vedremo come andrà la sfida!

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