Ebbene sì, sdoganiamo questo tabù e parliamo di mestruazioni, vagine e di assorbenti ecologici!

Essere donna è un dono che considero prezioso, non voglio cadere in discorsi femministi e fuori tema, però davvero: ringrazio di essere così “dolcemente complicata” e accetto (mio malgrado) le controversie legate al fatto di essere parte e rappresentate di questo sesso. Che tanto debole poi non è.

Nonostante ciò c’è un momento, una volta al mese, in cui mi deprimo per l’ingiustizia delle sofferenze e scomodità che la natura ci infligge. Sì, il ciclo. Se non si è capito da questa premessa sono una a cui le mestruazioni pesano. Nel senso che se potessi metterei in standby il mondo almeno per tutta la durata di quei primi due giorni. Solo e soltanto per potermi deprimere in santa pace. A letto. Con il cuscino tiepido ripieno di noccioli di ciliegio sulla pancia.

E invece no, la vita continua nella sua inarrestabile frenesia e io le corro appresso cercando di non inciampare – e di non macchiarmi il didietro con chiazze rosse.

Mestruazioni in breve: dolore, ansia, irritazioni, danno ambientale e spesa inutile

Oltre al dolore e all’ansia di perdite improvvise, ci sono altri due/tre punti di cui vorrei parlare.

Primo la scomodità. Sarò io insofferente ma, a me, avere un cordino che penzola o una soletta di plastica e materiale assorbente in mezzo alle gambe non fa impazzire. Per non parlare dei salva slip. Certo ne esistono di mille tipi e alcuni sono davvero impercettibili ma la zona genitale ha estremo bisogno di respirare e i salvaslip (ancora meno traspiranti degli assorbenti) impediscono questo processo. Per questo sono da evitare quelli rivestiti in plastica che, oltre a causare abrasioni, creano un ambiente umido favorevole alla proliferazione dei batteri. Conseguenza: irritazioni e infezioni.

Il punto secondo che non voglio tralasciare riguarda il danno ambientale provocato dagli assorbenti. Nel corso di una vita ogni donna utilizza in media 17.000 assorbenti fra interni ed esterni. Un numero incredibile sia per l’impatto economico (considerando l’ipotesi che un pacco da 12 costi almeno 1,5 euro il totale supera i 2000 euro) che ambientale. Gli assorbenti usa e getta che finiscono nell’indifferenziato non possono essere riciclati, diventano rifiuti privi di valore per il cui smaltimento sono necessarie nuove risorse economiche ed energetiche.

17.000 è il numero di assorbenti che servono ad un’unica donna. Prova a immaginare questo numero moltiplicato per tutte le donne sulla Terra.

Infine – visto che oggi mi concedo il lusso di essere polemica – a completare il quadro ci si mette pure la mia particolare attitudine all’irregolarità! Inutile, io non posso prevederle. Ho ventisei anni e da quasi dieci convivo con un ciclo che ha vita propria. Prende decisioni per sé e manco avvisa quando decide di tornare a farmi visita. Il mio ciclo assomiglia a uno di quei lontani parenti simpatici come una strada di sampietrini quando indossi i tacchi a spillo (e piove). Ma che nonostante ciò è comunque parte della famiglia e quella volta ogni tanto te lo devi sorbire.

Ecco, la coppetta non mi salva da quel parente ma almeno limita i danni sul fronte mestruazioni, quando queste invadenti si fanno vive e decidono di uscire dal letargo.

Sia lodata la coppetta mestruale aka cos’è e come si usa

La coppetta è un prodotto che rimpiango di non aver scoperto prima. È comoda, igienica, discreta e non richiede particolari cure (va cambiata dopo 8/12 ore in base al flusso). È anallergica, non provoca irritazioni e non inquina l’ambiente: è un oggetto durevole che permette di risparmiare soldi e rifiuti. Una coppetta può durare fino a 10 anni, il costo si aggira fra le 15/30 euro. Esiste in varie misure (per flussi più o meno leggeri/importanti o per chi ha partorito naturalmente).

La coppetta che ho comprato io è quella la Lybera Classica. Ho scelto la taglia più piccola per flussi normali e per donne che non hanno partorito. L’ho trovata in farmacia ed è venduta in una scatolina di carta, munita di sacchettino in cotone in cui riporla al termine del ciclo.

Ammetto che inizialmente ho avuto qualche problema. Spesso avevo perdite e non capivo se la misura fosse quella giusta. Poi ho imparato a indossarla, sbagliavo a non aprirla bene su ogni lato quindi rimanevano delle fessure. Una volta collaudato “un mio metodo” non ho più avuto problemi. Per chi non è schizzinoso: è importante entrare con le dita e fare in modo che i bordi della coppetta aderiscano perfettamente alle pareti vaginali lungo tutto il perimetro. Non è stato immediato ma nemmeno qualcosa di impossibile, parola di ciompa: prima avevo problemi anche con gli assorbenti interni. 

Una volta imparato è stata una vera e propria rivoluzione, specie di notte il mio problema era che muovendomi molto capitava di spostare l’assorbente e macchiare tutto, anche le lenzuola. Da quando uso la coppetta mestruale non ho mai più avuto questo problema. Io la consiglio a tutte: non solo per la pulizia e comodità ma anche perché la coppetta inevitabilmente porta a vivere il ciclo in modo diverso e a scoprire una parte di sé abbattendo barriere e prendendo confidenza con il proprio corpo.

Lavaggio

Dopo ogni ciclo è bene sterilizzarla: va bollita in un pentolino per circa 5 minuti e prima di ogni cambio io le do una passata con un detergente intimo delicato o un sapone neutro.

Gli assorbenti lavabili

Un’altra grande scoperta – o meglio riscoperta, dal momento che questo metodo era quello usato in passato – sono gli assorbenti lavabili.

Da piccola quando mia mamma mi raccontava dei pezzi di cotone che si usavano ripiegati intorno alle mutandine ricordo la mia espressione di disgusto e stupore. Oggi ci ripenso e rido. Rido perché gli schemi su cui mi basavo a 14 anni sono cambiati completamente. Io, figlia di un epoca consumista, nel mio piccolo sto invertendo la rotta in un percorso di (de)crescita che mi porta a desiderare un ritorno alle pratiche del passato. A me questa cosa fa molto sorridere.

Tornando agli assorbenti, ho provato quelli in cotone, i salvaslip in flanella e quelli in bamboo ecologico. Li ho acquistati online da una ragazza che li confeziona a mano (e ne ho comprati in abbondanza per fare regali ad amiche che a loro insaputa li riceveranno a breve 🙂 ). Tutte meritano di provare questa sensazione di morbidezza e pulito in quella benedetta settimana!

La flanella è la mia preferita, morbida, trattiene i liquidi e sembra di non indossare nulla. Io uso i salvaslip in stoffa in combinazione con la coppetta nei giorni di maggiore flusso in modo da sentirmi ancora più sicura. Oppure li uso nelle emergenze, tipo quando le mestruazioni arrivano senza avvertire e io sono di fretta o mi trovo in luoghi pubblici dove non posso fare la mia “manovra della coppetta” (in realtà sono riuscita a cambiarla pure in aereo ma non si sa mai, sempre meglio avere un piano B).

Li tengo sempre in borsa in una bustina in stoffa che apparteneva a mia mamma (super riciclo!) mentre se devo sostituire quello sporco mentre sono fuori casa lo ripongo in una pochette con rivestitura interna in materiale impermeabile che mantiene l’ambiente umido così poi è più facile smacchiare l’assorbente. Sono anche pieghevoli, come si vede nella foto qua sopra (nell’angolo a sinistra): basta chiudere le lunghezze al centro e fissare con i bottoncini: molto pratico!

Lavaggio

Prima di metterli in lavatrice faccio una passata a mano con il sapone di Marsiglia o lascio in ammollo qualche minuto in una soluzione di acqua e acqua ossigenata. Altro trucchetto per pre-trattare le macchie di sangue è l’acqua fredda: se cambio l’assorbente cerco sempre di passarlo qualche minuto sotto l’acqua gelida in modo da rimuovere il più grosso ed evitare aloni. Questo rimedio va bene anche se si macchiano il pigiama o le lenzuola, oppure in generale se ci si taglia accidentalmente e si sporcano gli indumenti di sangue.

Che altro aggiungere! La scoperta di questi prodotti a me ha aperto un mondo, è un tema delicato e la scelta è soggettiva. L’importante credo sia trovare la soluzione che faccia sentire ogni donna a proprio agio senza fermarsi all’unica opzione universalmente condivisa, conosciuta e pubblicizzata.

E voi avete provato qualche tipo di assorbente alternativo? Fatemi sapere cosa ne pensate e come vi siete trovate. Potete lasciare un commento qui sotto o scrivermi in privato all’indirizzo biobeautifulblog@gmail.com sia per raccontarmi la vostra esperienza che per fare domande o chiedere consigli 🙂 Buona giornata ragazze!

Per approfondire

Ecco una lista di cose semplici che ho iniziato a fare quando ho cominciato a ripensare le mie abitudini in un’ottica più attenta all’ambiente.

4 comments on “Coppetta mestruale e assorbenti lavabili, il ciclo senza rifiuti”

  1. Beh, che altro posso aggiungere dopo tutte le paturnie che ti ho scritto su instagram?
    E’ un articolo veramente (e finalmente…) molto completo e sincero, mi piace l’idea che si parli anche dei possibili difetti di un prodotto così delicato, perchè in qualche modo ti aiuta a scegliere, ma soprattutto a non mollare se non funziona tutto al primo colpo!
    Penso sia positivo ed utile condividere esperienze di questo genere, perchè i costi iniziali possono frenare un tantino (e lo dico perchè è quello che succede pure a me, ovviamente) ma acquisendo informazioni e iniziando a fare confronti e conti credo si possa fare la differenza, perciò grazie 🙂

    • Che piacere ritrovarti anche qui Francesca! Grazie per queste parole e per aver condiviso la tua esperienza. Sono convinta anche io che il prezzo o una brutta esperienza iniziale possa frenare quindi, come dici tu, anche secondo me è importante raccontare la verità e far passare il messaggio che, anche se non ci si trova subito, non bisogna mollare! 🙂 Grazie ancora ♥️

  2. Ciao Cara,
    Ti ho letto con molto piacere e apprezzata per aver scritto in modo così diretto di un tema considerato ancora un tabù.
    Anche io da qualche tempo sto usando la coppetta (anche se di un altro brand) e volevo condividere con te le mie impressioni:
    La trovo molto comoda perché posso muovermi liberamente, fare sport, stare sdraiata, fare il bagno al mare senza il rischio di incidenti.
    Venendo ai difetti, mi da fastidio il gambo ma se lo taglio non capisco come fare per rimuovere la coppetta. Trovo scomoda l’applicazione e anche la rimozione (quando sono fuori casa) mi mette ansia perché ho paura di sporcare o che mi scivoli. Capita anche a te?

    • Ciao Giulia, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Il gambo ho preferito non accorciarlo visto che già uso la taglia S e nei giorni di flusso leggero la coppetta tende a salire quindi mi aiuta parecchio nel “recupero” quando voglio toglierla. Mi è capitato una volta di trovarla molto alta quindi ho spinto, (come se dovessi espllere….mmm dell’altro diciamo) ed è scesa quel tanto da permettermi di acchiapparla. Per il resto nella rimozione anche fuori casa la faccio stando attenta a non farla cadere. Magari se hai molta ansia potresti prenderne una da tenere con te di riserva, so che alcune ragazze lo fanno per sentirsi più sicure. E magari provare con un modello morbido e allungato tipo quelli di Lamazuna così da render più facile la rimozione.
      L’applicazione non mi da particolari problemi, devo solo fare attenzione a far aderire bene ogni lato, per evitare perdite. 🙂

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